Luca Luciani, Flavia Vento, prof e blogger: la cultura oppio dei media

luca lucianiL’Arena di Giletti di oggi era incentrata sull’affaire Luca Luciani. Da giorni, infatti, la rete si sta prendendo gioco di questo pezzo grosso, laureato con 110 e lode, a 24 anni, alla Luiss di Roma. E’ accaduto che un direttore generale di Telecom Italia, per aver scambiato la disfatta di Waterloo con un capolavoro di Napoleone, sia stato messo alla gogna mediatica nazionale. C’è chi lo reputa un atto di profonda ignoranza, chi lo giustifica come gaffe. Fanno scandalo le voci che girano sul suo stipendio da capogiro, ma tanto basta per puntare il dito contro l’untore.

Freschi di Zucca Quiz pronti a saggiare l’ignoranza delle pupe italiane e di Iene tronfie nello sputtanare la Casta italiana, ce n’è anche per i businessmen, rei di avere in mano il potere senza una vera cultura alle spalle. Una cultura che si scambia con il nozionismo, con la data del Congresso di Vienna, con l’apparenza intellettualoide che cela apparenze e ristrettezze mentali. I conduttori si divertono a impugnare una cartelletta con cui inchiodare la vittima sacrificale di turno, a colpi di domandine trabocchetto (sarebbe così divertente rigirare la frittata spogliandoli di quell’aria fintamente intellettuale). Mentre con Flavia Vento, partorita televisivamente da un tavolo di plexigas e dunque stupida per gettone di presenza, è fin troppo facile salire in cattedra.

Il problema si sposta sul degrado dell’istruzione a livello scolastico. Una professoressa di Lettere al tecnico commerciale di Siena inquadra il vero problema da risolvere: la totale deconcentrazione durante i compiti di casa. Tra un trillo di Messenger e il messaggino sul cellulare i ragazzi non riescono più ad applicarsi su una poesia di Leopardi: gran parte della loro attenzione pomeridiana è stata catturata dal daytime di Amici di Maria De Filippi. Ancora una volta, dagli spalti, la colpa va ai prof che non sanno più insegnare e farsi rispettare.

E infine arriviamo a noi, i blogger, quelli che sanno tutto grazie a un click su Google e sono pronti a flagellare l’anello debole di ogni categoria professionale con obiezioni spietatissime. Non a caso, è scattata una vera propria ostinazione, nel divulgare in rete il video della convention incriminata a dispetto di ogni cancellazione. Salvo qualche opportuna riflessione sul caso: la tuttologia è la nuova religione del moralismo contemporaneo? Si è così espresso Vittorio Bertola, ingegnere elettronico esperto di web:

“Il tizio è evidentemente lampadato, manageriale, suvvista, antipatico a pelle; la topica storica è clamorosa. Basta questo per concludere che è anche un raccomandato, che ruba lo stipendio, che è un cretino? No, non basta; non solo gli errori capitano a tutti, ma continua a sfuggirmi perché, per essere un buon manager, sia necessario sapere a memoria tutte le battaglie di Napoleone senza errori. Gli americani sono ignoranti come capre, ma sono la prima potenza economica mondiale; anche io preferisco essere un po’ più colto e un po’ più povero, ma tutto lo snobismo italiano nello studiare il latino invece dell’organizzazione aziendale è una delle concause per cui le nostre imprese, sul mercato globale, fanno mediamente schifo. Aspetto quindi il prossimo video del discorso dell’allenatore della Nazionale, con tutti i relativi commenti di chi vorrebbe più grinta, chi più calma, chi più parolacce, chi meno parolacce e comunque tutti concordi che è un raccomandato, che ruba lo stipendio e che sarebbero sicuramente più bravi loro; e alla prima sbavatura di grammatica giù cinquanta repliche al rallentatore su Striscia la Notizia, con le risate finte in sottofondo. Perché è vero quel che diceva Enzo Ferrari: che gli italiani ti perdonano tutto, tranne il successo”.

Se ragionassimo tutti in termine di formazione, anziché di erudizione, dovremmo dare all’imprenditore in questione dello sborone, più che dell’ignorantone. Bastava non strafare. Far sfoggio di storia senza essere preparati fino in fondo è come arrampicarsi sugli specchi in un’interrogazione “da volontari”.

3 Risposte to “Luca Luciani, Flavia Vento, prof e blogger: la cultura oppio dei media”

  1. Davide Tesoro-Tess Says:

    Bravo concordo in pieno (e l’ho pure scritto!)
    😉

  2. lordlucas Says:

    Felice di pensarla allo stesso modo 😉

  3. Noble Says:

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